giovedì 22 gennaio 2009

Relazione del commissario Morando all'assemblea "Il Pd per il futuro di Napoli"


Napoli, Teatro Mediterraneo, 19 gennaio 2009.
"Sono qui per dare una mano ai Democratici di Napoli a progettare e realizzare il cambiamento. Il cambiamento del nostro partito, per metterlo a sua volta in condizione di guidare il cambiamento di questa che è una delle più grandi metropoli europee.
Questa operazione è possibile, per tre ordini di ragioni.

a) La prima, è costituita dalla presenza, nella società napoletana, delle risorse umane, economiche, sociali e culturali su cui far leva. Si tratta di forze oggi deluse, in larga parte sfiduciate, che ce l’hanno con noi perché non abbiamo mantenuto quella promessa di innovazione che tanto entusiasmo ha suscitato il 14 ottobre del 2007, all’atto di nascita del PD.

b) La seconda ragione, riguarda più direttamente il nostro partito, in cui si raccolgono le forze che sono state protagoniste di una fase di governo che fece parlare di “rinascimento” napoletano, sui cui frutti positivi è ancora oggi possibile far leva per aprire una stagione completamente nuova di governo locale del centrosinistra, oltre la drammatica caduta che è intervenuta più di recente e che ha trovato espressione emblematica nella tragedia dei rifiuti. La fase del commissariamento può essere breve, perché esistono nel PD della provincia di Napoli persone – giovani e meno giovani – che sono in grado di autogovernarsi.

c) La terza ragione, riguarda invece i nostri avversari, il centrodestra napoletano. Se noi ci rendiamo rapidamente in grado di svolgere la funzione che ci è propria (visione chiara sul futuro dell’area; rappresentanza sociale e territoriale; selezione democratica della leadership; capacità di indicare soluzioni credibili e verificabili dei problemi), i cittadini–elettori napoletani avranno di fronte – già il prossimo Giugno, alle Provinciali – la scelta tra un PD radicalmente rinnovato e uno schieramento screditato, che governa il Paese pretendendo di ignorare la recessione in atto e penalizzando il Sud; e che – a livello locale – non è neppure stato in grado di promuovere un’opposizione convincente.
Per avere successo, dobbiamo darci un piano di lavoro – molto concentrato nel tempo –organizzato su tre terreni di iniziativa, distinti ma tra di loro correlati:

1) Completare la strutturazione dei nostri Circoli di base: ogni Circolo col suo Coordinatore, col suo organismo dirigente, con la disponibilità delle risorse finanziarie cui ha diritto per lo sviluppo della sua iniziativa politica.

2) Definire, attraverso la Conferenza Programmatica da tenere entro fine Febbraio, gli obiettivi essenziali di un progetto per il futuro della grande area metropolitana di Napoli. Obiettivi tanto precisi quanto ambiziosi, sul cui conseguimento a tappe certe e verificabili giocare il nostro recupero di credibilità.

3) Fare della nostra proposta per le prossime elezioni provinciali – sia in termini di persone, sia in termini di progetto, sia in termini di coalizione – la prima occasione per la rappresentazione ai napoletani di cosa per noi significhi – e in cosa concretamente consista – quella “nuova stagione dei governi del centrosinistra” che abbiamo detto di voler aprire.
Poche parole su ognuno di questi tre temi, per poi lasciare il microfono a Veltroni.

1) So che molti, di fronte all’obiettivo della piena strutturazione dei Circoli, hanno manifestato perplessità: il tesseramento ha qualche ombra. E poi: non si penserà davvero che sia l’organizzazione il terreno da privilegiare per affrontare la crisi del PD a Napoli? Capisco le obiezioni. Ma insisto: entro il 20 Febbraio, tutti i Circoli coi loro organismi. La ragione è presto detta: la sofferenza della città – già grande – è destinata nei prossimi mesi ad accrescersi, sotto i colpi della recessione. Disoccupazione che si aggiunge a disoccupazione. Lavoratori discontinui che perdono quel poco lavoro che avevano e restano subito privi di qualsiasi reddito. Famiglie con bambini sotto la soglia di povertà – già in rapporto triplo rispetto a quelle del centro-nord – che crescono a dismisura, creando le premesse perché abissi di disuguaglianza domani sostituiscano il drammatico disagio di oggi. Abbiamo urgenza di agire, di esserci, sia per contrastare la pretesa di Berlusconi di non cambiare le coordinate della sua politica fiscale e di bilancio, sia per far vivere nella realtà sociale le nostre proposte. I cittadini di Napoli ci devono “vedere” fisicamente, noi del PD: la politica è passione, è capacità di condividere. Individualmente, di fronte al degrado e alla sofferenza, posso fare volontariato. Ma se voglio dare dimensione “sociale” alla mia iniziativa, ho bisogno della politica. Ecco. Io vedo una fase nella quale – ogni Domenica – nella piazza o per la via, il cittadino napoletano incontri il PD che parla dei suoi problemi. Del cittadino, intendo, non di quelli del PD... Questo risultato non si ottiene se i Circoli non sono perfettamente strutturati.

2) Questo rafforzamento delle nostre strutture di base, è essenziale anche per il buon esito del nostro contemporaneo lavoro di progettazione del futuro. Il partito non è un centro studi. Quando parlo di progetto del PD per Napoli io penso ad una “visione” del futuro dell’area che possa essere comunicata, discussa, compresa e fatta propria da un gran numero di cittadini, così che possa accadere che simbolo e nome del partito siano facilmente ed automaticamente associabili ad un obiettivo programmatico che abbia addirittura carattere definitorio dell’identità stessa del partito: “Il PD? Ah sì, quelli che vogliono...”
Penso di potermi assumere l’impegno ad elaborare, entro il mese di Gennaio, uno scarno documento che indichi pochi obiettivi essenziali e le politiche – in senso lato: nazionali, locali – necessarie per conseguirli.
Faccio tre soli esempi, tanto per dare l’idea: rifiuti, incentivi alle imprese, società pubbliche o controllate dal pubblico.
Sul tema dei rifiuti, la nostra area ha vissuto una tragedia, che ne ha colpito autostima e reputazione. La buona politica, per come la penso io, non è quella di chi gioca a scaricabarile; o quella di chi gufa perché l’emergenza scoppi in altre realtà del Paese (cosa, intendiamoci, possibile). La buona politica è quella di chi fa leva sull’orgoglio dei cittadini di una capitale europea – oggi disponibili, secondo me, a forti sacrifici, se sono fatti in vista di un riscatto – e si dà obiettivi precisi, verificabili e capaci di muovere le coscienze: entro X anni, la raccolta differenziata a Napoli (e il successivo trattamento) a livelli quali-quantitativi superiori a quelli di oggi di Milano.
Per gli incentivi alle imprese, i dirigenti della CNA e Confartigianato napoletane – che ho incontrato nei giorni scorsi – mi hanno fermato mentre parlavo del tragico errore compiuto dal governo Berlusconi sul 55% di detrazioni automatiche per gli investimenti in risparmio energetico: “Senatore, dice bene; ma perché non rendete automatici anche gli incentivi per gli investimenti ex Artigiancassa?” Una piccola cosa? Mica tanto: la politica che si inframmischia alla gestione amministrativa, quella che “fai la domanda e vedo cosa posso fare”, è politica che (forse) alimenta cordate clientelari, ma spreca risorse e ne fa impiegare troppe alle imprese per arrivare ad ottenere incentivi discrezionali. Sarebbe molto apprezzabile un PD che dicesse: nel mio progetto, se ci saranno incentivi, saranno automatici. Senza domande, senza controlli ex ante. Con molti più controlli ex post.
Sulle società pubbliche, Veltroni nella sua relazione alla Direzione nazionale del 15Dicembre ha detto parole chiare: drastica riduzione del loro numero, per via di eliminazione, accorpamento, fusione. E, per quelle che restano, via i Consigli di Amministrazione e ricorso all’Amministratore unico. È l’emblema di un orientamento riformista in questo campo, volto a dare puntuale e verificabile espressione alla domanda di trasparenza delle responsabilità (chi nomina chi, in via di forma e di sostanza), di riduzione dei costi e di miglioramento dell’efficacia della politica. La definizione puntuale di obiettivi quantificati deve a mio avviso far parte del nostro progetto.
Ripeto: sono solo esempi di un programma del PD da elaborare in bozza, discutere nei Circoli e con le competenze, mettere a punto entro Febbraio, nella conferenza programmatica.

3) Questa rinnovata visione sul futuro di Napoli è essenziale per la preparazione della nostra “offerta” per le prossime elezioni provinciali (ed è di grande aiuto per i Comuni che vanno al voto a Giugno). Non si tratta di un terreno di lavoro da concepire come “separato” rispetto agli altri due. Al contrario: tutta la credibilità dell’operazione di rafforzamento del partito e di definizione di un nuovo progetto del PD per Napoli dovrà trovare espressione nella proposta per le Provinciali. Non ci dobbiamo fare ingannare dalla esiguità delle specifiche competenze dell’Amministrazione provinciale. Il nostro approccio deve essere ispirato ad un obiettivo chiaro: fare delle elezioni provinciali l’occasione nella quale – sia per la proposta programmatica, sia per la leadership individuale (il candidato presidente) e collettiva (la sua squadra e i candidati di collegio) – noi presentiamo la sostanza dell’innovazione di cui vogliamo farci protagonisti a Napoli.
Per noi, in sostanza, si vota per il governo dell’intera area metropolitana. Per questo, dobbiamo “pensare Napoli fuori di Napoli”, e dare al voto dei napoletani il carattere di una scelta “costituente” della nuova città metropolitana.
Non abbiamo, ovviamente, alcuna pretesa di autosufficienza. Diciamo fin da oggi a tutti i nostri potenziali alleati, al centro e a sinistra, che questa è la nostra ispirazione. E che non potremo condividere alcun approccio minimizzatore.
Questo vale, secondo me, anche dentro il partito. Primarie per il candidato presidente? Certamente. Primarie vere? Certamente. Ma non un’occasione per una conta interna al nostro partito, tra diverse componenti che oggi devono semmai rimotivare la loro funzione nella costruzione, anche attraverso questo piano di lavoro, di una proposta vincente del PD per Napoli".

Nessun commento: