venerdì 12 dicembre 2008

ANGELA CORTESE: «COL PIANO GELMINI LE SCUOLE DEL SUD PAGHERANNO IL TRIBUTO PIU’ ELEVATO»

L’Assessore provinciale alle politiche educative parla dei possibili scenari che la riforma in discussione potrebbe avere sulla Pubblica Istruzione.
«Non esiste alcuna riforma-Gelmini: si tratta di una manovra finanziaria che prende soldi alla scuola pubblica per 8 miliardi». Stentorea nei toni ed esplicita nel messaggio lanciato, Angela Cortese, assessore alle politiche educative della Provincia di Napoli, presenta così la difficile situazione in cui è scivolata la Pubblica Istruzione italiana, ricordando a tutti l’importanza di creare un fronte unito che agisca con sinergia d’intenti.
Il primo punto sul quale batte la Cortese è quello relativo al dimensionamento, fattore da non reputare svincolato da territorio a territorio, bensì da ritenersi unico per tutte le zone: «Il dimensionamento delle reti scolastiche fa parte dei tagli che intendono effettuare e non è assolutamente da ritenersi estraneo alla politica che il governo Berlusconi ha messo in campo per il mondo della scuola. Non ci sono zone separate, è corpo unico e guai a pensare che le due cose siano scisse le une dalle altre. Non esiste una politica dei due tempi: c’è solo quella del tempo unico. Secondo questa riforma, c’è bisogno di dimensionamento e di relativi tagli, perché il primo gennaio 2009 devono entrare le prime annualità di una manovra finanziaria triennale».

In seconda istanza l’assessore provinciale, nonché presidente di tutti gli assessori provinciali d’Italia, invita tutti a leggere i punti salienti del piano Gelmini, spronando i giovani in aula a seguire con attenzione i cambiamenti in atto: «Vi sfido a leggere il piano Gelmini e a trovare nelle lunghe pagine la parola "tempo pieno": non la troverete perché non compare mai. Il ministro ha parlato di "scuola minimalista", nel senso che si vuol garantire il minimo indispensabile a livello di docenti, maestranze e di tempo effettivo delle lezioni: questa scelta non rientra affatto nelle prospettive per cui nasce una scuola, materna o di altro genere. Il 6 e il 7 novembre - prosegue la Cortese - si terrà un’iniziativa davvero importante come l’incontro degli stati generali della scuola del Mezzogiorno. Penso proprio che sarà una buona occasione per riflettere su questo tema, dato che la scuola del Sud pagherà il tributo più elevato».

La chiosa, non poteva non riguardare la questione del commissariamento, evento che andrebbe a verificarsi nel caso in cui un Ente locale mostri ostracismo nell’operare tagli di scuole sul territorio: «La questione dimensionamento fa parte di un decreto legislativo, cioè il numero112 del 1998, per cui da dieci anni a questa parte sono state trasferite nelle mani degli Enti locali le competenze sul dimensionamento. Ciò è accaduto dandoci soltanto due parametri, ovvero 500 come tetto minimo e 900 come tetto massimo di alunni, oltre ad una serie di deroghe che potevano operare gli enti stessi secondo le situazioni. Dopodiché, dato che intendono tagliare le scuole sui territori facendo fuori circa 4000 persone che vi lavorano, hanno inserito una perla che dice che nel 2009-2010 gli alunni per classe aumenteranno del 20%, l’anno successivo del 10 e l’anno dopo ancora del 10%, ovvero del 40% nel triennio».

«Hanno inserito inoltre l’articolo 3 - conclude l’assessore provinciale all’istruzione - sul ridimensionamento della rete scolastica imponendo agli enti locali di agire in tal senso: contrariamente l’istituto viene commissionato da un agente ad acta, facendo venire a mancare il concetto primario in base al quale vi era un percorso programmato con le esigenze del territorio. In tal modo, se si dà uno sguardo alla mappa degli istituti a rischio, ci accorgiamo dei grandi disagi, visto che andrebbero a chiudere scuole in numerosi comuni che avevano fatto tanto per averne una».


Autore: Salvatore Alligrande - ilmediano.it

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